Estimados. hemos comenzado el Capítulo provincial en Tapiales, con mucha serenidad y ganas de trabajar. Moderadores: P. Sergio Rojas y P. José de Jesús.
Secretarios: P. Sebastián Bente y P. Wilson Villalba.
Escrutadores P. Sebastián Aguilera y P Eladio Adorno.
Somos 18 Capitulares y tres invitados especiales.
Mandó saludos la Hermana Irene y nos acompaña, P. Alfonso de México, P. Mauro de Brasil y P. Ciro de Roma.
Monseñor Giobando nos dio una reflexión introductoria y presidió la Misa.
P. Carlos leyó el Informe provincial y ahora se trabaja en grupos.
Unidos en la oración.
P. Carlos
Lo spirito della missione
Personalmente don Guanella era austero, rigido, ma dolce verso gli umili e i poveri; energico e perfino autoritario, ardente e fatto per rompere gli indugi e dissipare le difficoltà, ma paziente e benevolo, accondiscendente verso chi capiva avere un andatura più lenta della sua; non solitario, ma reso convinto dalle sue tradizioni montanare del bene della solidarietà; era anzi amico cordiale e lieto; aperto a ogni persona e convinto che anche la più grezza o difficile nascondesse tesori preziosi e bellezze da valorizzare. La sua scoperta interiore fu la salda convinzione della paternità di Dio; il grande principio della teologia cristiana fu per lui una rivelazione personale e una esperienza di vita: un Padre buono che ama e che vuole salvare ogni uomo da ogni miseria morale, fisica e materiale.
Anzi, all'uomo è concesso di partecipare a questa paternità, come trasmissione di amore, di vita, di salvezza, non come favore o privilegio ma come dovere gioioso: padre e fratello di tutti come Gesù Cristo immagine del Padre fra noi e primo dei fratelli. Prese quindi come insegna una croce col cuore e il motto agostiniano: « in omnibus carìtas »: l'amore soprattutto! Il significato è evidente: donazione della vita per dare vita e speranza nuova di salvezza spirituale e materiale che giunga a tutti, senza dimenticare nessuno, anche e soprattutto l'handicappato, l'anziano, l'abbandonato, ricostruendo ognuno come persona e figlio di Dio. Posto tra il Padre e coi fratelli, don Guanella si sa collegare a Dio con una intensa motivazione di fede: « pregare », come un saper intendersi col Padre, colloquiare in lunghe udienze o inviargli un sorriso frequente di invocazione, e vivere fiducioso, abbandonato alla sua Provvidenza: « ama e sii beato! ». Ma poi è urgente rivolgersi subito ai fratelli, movendosi con la stessa vivacità di amore, la pietà verso Dio non deve essere un mantello per contrabbandare inerzia o egoismo, occorre riflettere l'amore del Padre, ricostruire una famiglia cordiale, dove a nessuno incolga male di sorta e ognuno, nel cammino della vita, approdi a meta felice. Ma senza illusioni: occorre saper gustare la bellezza della donazione, del sacrificio che genera la vita; con realismo concreto afferma la legge del « patire »; ogni opera buona nasce tra le difficoltà e i contrasti, « fame, fumo, freddo, fastidi », scandiva nel suo efficace parlare lombardo: quattro F, o, se si vuole, una V: vittima, vittima d'amore. Era l'alfabeto che insegnava ai suoi Servi della Carità. E a questi dava poi norme precise: anzitutto quella di impegnarsi direttamente e personalmente, di mano propria, con molta cordialità e semplicità: «martorelle» erano le sue suore, giocando sulla assonanza del termine lombardo (= uomo d'appoco) con il greco (= martire, testimone); « asinelli » erano i suoi preti ed egli, « padre degli asinelli », scriveva: « Ti mando due asinelli, prepara una buona stalla! ».
Tutto questo in un ambiente di povertà religiosa; aveva vissuto il tempo delle soppressioni degli ordini religiosi e dell'incameramento dei beni; specialmente aveva vissuto la povertà, comprendendo come questa debba essere condivisa seriamente col povero, per percorrere assieme un cammino di progresso. I fratelli, i poveri, entrano in questa famiglia con la speranza di ricostruirsi una vita, ma senza falsi salti in avanti o cambi gratuiti di condizioni o di stato; restano poveri a cui è offerto la possibilità, cioè i mezzi adatti per recuperare ritardi sociali, economici e anche psichici: entrano in un'azienda autonoma, fondata sul lavoro
personale e sulla solidarietà di molti amici, imparano come si costruisce una vita e ci si provano, se sono giovani. Se anziani, cercano la gioia di ritrovarsi fra gli amici che sanno preoccuparsi ancora di loro, di sentirsi ancora al centro di interessi personali, di dimenticare un poco l'amarezza per una società che tentava di scaricarli naufraghi, di riprovare forse ancora la sensazione di essere ancora utili a qualcosa e morire con una speranza. (da, "Gli 'Ultimi', i primi della sua missione" - Don Piero Pellegrini)
“Camminando in comunione, abbracciando le differenze”
Questo il tema della ‘tre giorni’ di riflessione, preghiera e scambio di concrete esperienze interculturali che ha visto radunati a Fraciscio dal 3 al 5 ottobre 18 confratelli di voti perpetui di origine africana e indiana che vivono e lavorano nelle nostre comunità in Europa e Israele
Un ritrovarsi insieme nella casa natale del Fondatore non solo a respirare l’aria delle nostre origini ma soprattutto a ravvivare la consapevolezza, gratitudine e responsabilità di condividere una comune vocazione che ci raccoglie in unità sul fondamento del vangelo e del carisma guanelliano, spalancandoci l’orizzonte di una missione universale.
Il radunarsi attorno allo stesso focolare, il ripercorre insieme i sentieri del nostro Santo hanno favorito nei confratelli convenuti l’ascolto e la condivisione franca e ad un tempo serena dei tanti valori ma anche delle immancabili fatiche e sfide che il cammino verso l’ideale dell’interculturalità comporta.
Dall’incontro di Fraciscio sono emerse concrete proposte sul come aiutarci a crescere nella direzione di una più vivace comunione fraterna e missionaria che chiama in causa tutti i confratelli della variopinta geografia della Congregazione. Stimolanti e impegnativi alcuni suggerimenti riguardanti l’area della formazione, l’inculturazione del carisma nella missione, la preparazione a vivere in comunità interculturali e lo spirito missionario da esprimere e diffondere ad intra e ad extra.
Insomma: un cantiere aperto, una strada aperta con un percorso tracciato.
Un cammino che il prossimo XX Capitolo Generale si accinge a verificare e riproporre con slancio in sintonia con il magistero di papa Francesco, come risposta profetica alle sfide del nostro tempo e in accordo con il sentire e la testimonianza di vita del nostro Fondatore.
Caminata del cinco de octubre, en agradecimiento a la comunidad de Caaguazú por el apoyo a la inclusión y en defensa de la familia Organizada por Obra Don Guanella Caaguazú.
Con il canto del Veni Creator Spiritus si è aperto il XVI Capitolo della Provincia Romana San Giuseppe dei Servi della Carità-Opera don Guanella!
Accompagnamoli con la preghiera!
Potete seguire gli aggiornamenti su:
Monsignor Luciano Capelli, vescovo salesiano di Gizo, è passato di nuovo nei giorni scorsi vistarci rinnovando il suo apprezzamento per la nostra presenza missionaria nella sua diocesi , alla periferia del mondo. Si appresta a rientrare laggiù, nonostante i postumi di un delicato intervento chirurgico che se può aver intaccato la sua fibra fisica non ha minimamente sminuito il suo zelo di pastore e di servo della Chiesa affidata alle sue cure. Una Chiesa fatta in gran parte di poveri, di piccoli, di ultimi . Passando a salutare i nostri giovani del seminario teologico di Roma e i buoni Figli della nostra adiacente casa di carità, Mons. Capelli non ci lasciato solo la sua benedizione ma anche lo sprone a continuare con coraggio a diffondere con la vita la carità che si avvicina a tutti, che cura e che salva.
La carità di cui il nostro mondo ha sempre più urgente bisogno
“…Il mondo ha essenzialmente bisogno del Vangelo di Gesù Cristo. Egli, attraverso la Chiesa, continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta. E grazie a Dio non mancano esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo…”
(dal MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2017 - "La missione al cuore della fede cristiana”)
“L’ottobre missionario, con il suo invito alla riflessione, alla preghiera, al gesto fraterno della condivisione è occasione perché le nostre comunità, fedeli alla logica della missione, evitino la malattia spirituale dell’autoreferenzialità, e si pongono alla ricerca di esempi concreti, di gesti significativi, di fatti emblematici, che ne scuotano il grigiore e l’affanno, e le rendano veramente sbilanciate verso la ricerca e l’ascolto dei lontani e dei non credenti; comunità attente a suscitare e a coltivare le grandi vocazioni cristiane, preparate a testimoniare la fede nell’immenso campo del mondo. Segni di quella Chiesa “in uscita missionaria” che annuncia gioiosamente che la salvezza realizzata da Dio è per tutti (EG n.113)”.
Facendo eco a questo accorato appello dei vescovi italiani alla Chiesa locale, dal Consiglio generale rimbalza a tutte le nostre comunità sparse nel mondo l’invito a tenere desta la dimensione missionaria della nostra vocazione guanelliana; a partire dal rilancio della celebrazione della Giornata Missionaria Guanelliana da mettere in programma, con flessibilità di date , dal mese di Ottobre alla Pasqua 2018, vigilia del nostro XX capitolo Generale che rifletterà sul Carisma sparso dallo Spirito nel mondo come seme di profezia.
A tutti l’augurio e l incoraggiamento a fare circolare tra noi stimoli, esperienze, testimonianze, storie di vita regalata alla missione della carità. Senza misura, senza confini, come don Guanella!
O XVI Capítulo provincial da província Santa Cruz está nestes dias continuando os seus trabalhos em Canela. Nesta quarta-feira foi feita a leitura e discussão do relatório do superior provincial Padre Mauro Vogt. O relatório foi elogiado pela maior parte dos padres capitulares pela sua objetividade e por apresentar um panorama bastante completo sobre a situação atual da congregação no Brasil. Na parte da tarde foi apresentado e discutido o relatório do ecônomo provincial. No geral nota-se que a província brasileira chegou à auto sustentabilidade, como também a maior parte das obras, salvo algumas exceções. Em seguida foi celebrada a santa missa presidida pelo Padre Carlos Blanchoud. À noite após o jantar o senhor Abi Knapp e o seu filho Gabriel apresentaram aos padres capitulares informações sobre o contrato entre eles, a Congregação e a rede multinacional de hotéis Mantra, referente à gestão do hotel Pampas de Canela, antiga Casa São José, que sedia este capítulo e também sobre o pagamento da Cidade dos Meninos de Santa Maria por eles adquirida da Congregação.
Na primeira parte da manhã de quinta-feira debateram-se sobre assuntos variados referentes à província e à Congregação e a partir da segunda metade da manhã os superiores províncias da província Cruz del Sur e Nossa Senhora de Guadalupe tiveram um tempo para apresentarem alguns dados que retratem um pouco a situação atual nas respectivas províncias. À tarde os coirmãos foram encaminhados para trabalhos em grupo onde começaram a responder perguntas enviadas pelo superior geral, em preparação ao XX capítulo geral e em seguida as respostas foram apresentadas em plenário. Começaram nesse momento a ser propostas em plenário também algumas sugestões de moções a serem levadas para votação. Foi um dia extenuante de trabalhos, mas que certamente produzirá seus frutos e tudo foi recolhido e apresentado ao Senhor diante do altar do santo sacrifício na missa presidida às 18 horas pelo Padre Alfonso Martinez.
Amanhã sexta feira, será o último dia do capitulo provincial e caberá ainda ao mesmo levar a votação as moções e escolher os representantes ao capítulo geral. A celebração de encerramento será presidida pelo Padre Ciro Attanasio.