Partire con dentro lo zaino poche cose essenziali, magari con solo una vaga idea di dove vai e cosa ti aspetta, ma con dentro il cuore un chiaro desiderio: la voglia di osservare, di incontrare, di imparare, per scoprire con stupore il bello e il bene che il Creatore ha seminato dappertutto … Lasciare per un momento la propria casa e i propri monti per condividere il dono che sei con altri fratelli e sorelle anche in lontane periferie del mondo.
E’ questa l’esperienza che da anni diversi giovani, ma anche meno giovani, amici della nostra famiglia guanelliana hanno fatto e continuano non solo a fare in varie nostre “missioni”, ma osano proporre ‘per contagiò’ ad altri amici
E’ questa l’avventura nella quale nelle scorse settimane si sono imbarcati anche loro, Tiziana e Fabrizio, partendo proprio dall’imbocco della Valle del Fondatore per raggiungere quelle nostre nuove periferie laggiù nella Melanesia. Niente di straordinario potemmo dire, in un mondo dove le distanze si riducono, dove tanti viaggiano, in un tempo come il nostro che vede l’intero globo apparire sempre più come un esteso villaggio.
Senza nessuna pretesa di sentirsi eroi o di cambiare la faccia della terra, questi nostri volontari stanno toccando con mano la bellezza ma anche le sfide della nostra nuova missione, mettendosi semplicemente a disposizione, contenti di fare un tratto di sentiero al fianco dei nostri missionari e dei loro collaboratori, andando incontro a quella che diventa sempre di più la nostra gente, a Noro, a Canaan, a Munda e nei vari villaggi sparsi in quell’arcipelago del Pacifico entrato nella mappa della nostra famiglia. Luoghi che stanno fotografando con gli occhi ma soprattutto imprimendo nella memoria del cuore, con un’attenzione particolare data ai tanti bambini e alle persone più fragili e isolate.
Grazie amici per quello che siete e testimoniate. La vostra presenza e solidarietà è una bella notizia che va sparsa come seme di speranza, come un modo tra tanti di costruire ponti e buttar giù muri. E’ il sogno di Dio per la sua e nostra umanità. Il sogno che don Guanella continua ad alimentare in tanti di noi.
«L’amore dà sempre vita»: quest’affermazione di papa Francesco, che apre il capitolo quinto dell’Amoris laetitia, ci introduce nella celebrazione della Giornata della Vita 2018, incentrata sul tema “Il Vangelo della vita, gioia per il mondo”.
Condividiamo con tutti voi gli stimoli che ci vengono dal XVI Capitolo generale dei Servi della Carità, «Evangelizzare la vita nella Chiesa del duemila con il Vangelo della Carità» che orientano sui valori della promozione, della difesa e dell’edificazione della solidarietà evangelica.
Promuovere la vita
Alla base del nostro intento di promuovere la vita, sta il nostro incontro e la nostra esperienza con il Dio della vita mediante Gesù Cristo stesso.
Da Lui abbiamo imparato che la vita umana va considerata nella sua interezza, come vita che viene da Dio ed è destinata a trascendere i confini di questa terra per raggiungere il suo pieno sviluppo nella comunione con Lui. Per questo promuovere la vita significa far crescere in noi e in chi ci è vicino il senso della dignità dell'uomo come figlio di Dio e allo stesso tempo sviluppare le doti di natura e di grazia presenti in ciascuno.
Significa anche mettere al centro di ogni nostro progetto e di ogni nostra scelta la persona e la sua dignità, ed operare perché la persona e la sua dignità siano al centro di ogni progetto e scelta della società.
ORIENTAMENTI
a) Le Comunità e i singoli confratelli si impegnino a coltivare una spiritualità guanelliana della vita:
riconoscere nelle situazioni di bisogno e di fragilità la povertà fondamentale di ogni persona umana e la precarietà di ogni vita e ammettere che ognuno ha bisogno di Dio e dei fratelli e ha bisogno anche di valori che diano alimento alla sua vita; assumere come atteggiamento di fondo un sentimento di fiducia nella Provvidenza e di abbandono alla volontà del Padre; vivere nella semplicità il rapporto con se stessi e con gli altri; saper gioire e ringraziare per tutto ciò che di bello ci viene dalla
cogliere le espressioni della vita nel vissuto della gente e negli avvenimenti umani.
b) Si mantenga viva nei confratelli e nelle persone a noi affidate la consapevolezza del valore della propria vita.
c) La nostra attività si ponga come sostegno della famiglia, culla e santuario della vita e ambito privilegiato di promozione della vita.
d) Si sostenga e si diffonda una cultura che affermi e difenda il carattere sacro della vita umana, in ogni fase del suo sviluppo, dal suo concepimento fino alla sua conclusione naturale, e in ogni sua condizione, sia essa di salute o di malattia, di perfezione o di handicap, di ricchezza o di miseria -
Al riguardo si valorizzino le occasioni quotidiane per sensibilizzare gli organismi sociali e si favoriscano momenti di riflessione sul valore della vita e dei diritti umani. Si appoggino inoltre, coinvolgendosi anche personalmente, i movimenti e persone che operano per la pace, per una giusta ripartizione delle risorse umane e per il rispetto della natura come condizioni per un degno sviluppo della vita umana, in quelle iniziative che promuovano una evangelica cultura della vita e che sono in linea con le indicazioni della Chiesa Ci si impegni a contrastare situazioni e modelli culturali che aprono la strada all'aborto, all'eutanasia e a tutte le altre forme dirette o indirette di violenze sulla vita.
Edificare la solidarietà evangelica
La strada della promozione della vita umana nella sua interezza cammina parallelamente con quella dell'edificazione della solidarietà tra gli uomini: la medesima vita che viene da Dio circola in tutti e li rende fratelli e membri di un'unica famiglia, chiamata alla piena comunione con Dio e con se stessa.
In vista della costruzione di questa piena comunione e perfetta unità, ci proponiamo di essere fermento di solidarietà in un mondo segnato da profonde divisioni, da diffusi atteggiamenti di chiusure egoistiche e di indifferenza o addirittura rifiuto nei confronti dell'altro.
Per noi guanelliani, depositari di un carisma e impegnati in attività di promozione dei più deboli, edificare la solidarietà significa favorire la crescita di un clima sociale di rispetto e di accoglienza di chi si trova in situazione di bisogno materiale e morale, e far crescere la volontà di prendersi a cuore la sua causa, condividere i problemi e mettere in atto risposte risolutive.
Questo impegno si inserisce in quello più ampio a lavorare per la crescita di un clima di fratellanza nella società, iniziando dalle nostre comunità, così che le persone si riconoscano non solo uguali nella dignità, ma anche fratelli al di là di ogni divisione sociale, razziale e culturale, e, come fratelli, comunichino e si rapportino.
In un clima di fratellanza, infatti, ciascuno è portato a vedere nel fratello non tanto la carenza e fragilità, ma l'amore che sa dare e ricevere. E in definitiva è l'amore che rende effettiva l'uguaglianza tra le persone e crea atteggiamenti e comportamenti di solidarietà.
“Abbiamo rotto il muro di una situazione che era in stallo da quasi dieci anni. C’è bisogno adesso di continuità, di rivederci spesso, almeno una volta ogni anno ”. Questo feedback esprime lo stato di animo della maggioranza dei partecipanti e traduce plasticamente l’alto valore del tempo che i parroci, viceparroci e operatori pastorali hanno trascorso insieme a Roma dal 23 al 25 Gennaio 2018. Si poteva anche percepire il sentimento di gratitudine verso la Provincia Romana San Giuseppe e la Provincia Sacro Cuore che hanno ideato e realizzato questa iniziativa di formazione sul tema “Per ripensare la pastorale parrocchiale guanelliana verso una conversione pastorale e missionaria”. Inoltre, la presenza dei due padri Provinciali don Marco Grega e don Fabio Lorenzetti è stata una conferma dell’importanza di questa iniziativa.
Infatti, l’incontro si è voluto come risposta alla richiesta del capitolo provinciale che “invitava a collocarci tutti dentro l’alveo di una vera e propria “pastorale in conversione” (EG 25), ed auspicava che i confratelli diventino pastori e samaritani “in uscita” (EG 24): “discepoli missionari “che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano” (EG 24) nelle Parrocchie come nei Centri”. Pertanto, mentre sarà premura di ogni Centro crearsi occasioni per discernere percorsi finalizzati alla conversione pastorale, le Parrocchie cercheranno di compiere la stessa operazione avvalendosi del “metodo sinodale” - un vero superamento del paradigma di leadership come avocato ed abbracciare quello di facilitator - , rifacendosi all’idea della parrocchia guanelliana e condividendo le proprie esperienze pastorali già a partire dall’incontro dei parroci.”
L’incontro ha visto la presenza di circa 40 persone tra parroci, viceparroci e operatori pastorali laici in un clima di fraternità, di condivisione delle esperienze, della preghiera e del buon pasto.
Tra i punti salienti di questi giorni, va sottolineato l’intervento di Mons. Andrea Lonardo che ha invitato: di rovesciare lo sguardo e guardare la parrocchia dalle “periferie”, da chi è lontano dalla fede; di superare l’antico dissidio fra catechesi dei bambini e catechesi degli adulti; di riscoprire le domande grandi dei bambini; di non ridurre la pastorale dei ragazzi alle attività e laboratori dimenticando l’esperienza e il contenuto; di sapere narrare la bontà di essere credente, cioè, fare capire il gusto di essere cristiano, ecc.
Un vero invito a superare il pensiero e il fare “campana”. Mettiamoci le scarpe e usciamo alla ricerca del 99% pecore smarrite nelle varie piazze del mondo!
François LUVUNU LOWU, sdc
Sus se ruga şi transpira sânge ca toți să fie una" Zilele trecute a început în dieceza noastră octava de rugăciune pentru Unitatea Creştinilor. Această activitate are ca scop unirea în credință a tuturor confesiunilor creştine . După ce zilele trecute am fost în diferite locuri azi am poposit in comunitatea Guanelieană din Iasi .La acest eveniment a fost prezent şi PS Petru Ghergel episcop de Iaşi ,au mai particioat si preoţi catolici dar şi un preot ortodox care la final ne-a vorbit despre cuvintele lui Isus ca toți să fie una şi a mulțumit tuturor pentru că indiferent de ce culoare eşti sau ce confesiune Dumnezeu este acelaşi si nea îndemnat asemenea episcopului să ne rugăm pentru unitate. Mulțumim lui Dumnezeu pentru că .ne-a binecuvântat cu aceste zile de unitate fraternă
Dalle parole di Mons. Lazzeri, vescovo di Lugano, vi proponiamo la presentazione del nuovo volume di Saggi Storici.
"Introdurre un libro che ha voluto esplorare, oltre l’opera, anche gli affetti, la vita spirituale e le relazioni umane di questo venerabile Servo di Dio di casa nostra è opera ardua, eppure particolarmente gradita e preziosa. Viviamo di quanto ci è stato consegnato ed è bello e prezioso avere l’occasione di poterlo riconoscere, concretamente e pubblicamente.
Questa pubblicazione è in effetti provvidenziale. Essa mi permette, a conclusione del Centenario della nomina episcopale del vescovo Aurelio, di far risentire con forza la gratitudine al Signore della Storia per il dono del «vescovo più determinante per la nostra diocesi», come ricordava nel 1987 monsignor Eugenio Corecco.
E non solo: il Bacciarini ripresentato in questa pubblicazione, capace di unire la scientificità dello studio storico all’agilità dell’esposizione, si rivela estremamente attuale per la nostra Chiesa, confrontata con le conseguenze ultime dei fenomeni contro cui lo stesso vescovo lottò già negli anni della sua attività pastorale.
Non si tratta infatti del solito libretto di pietà, utile solo per chi già si identifica nella figura del vescovo Aurelio. Anzi, la lettura di questo volume forse potrebbe smorzare un poco quell’aura di santità un po’ patinata, da immaginetta, che ancora ingombra la sua figura nella coscienza degli ormai pochi che lo ricordano direttamente. Allo stesso modo, potrà contribuire a ridefinire il suo profilo di roccioso esponente di quel milieu cattolico tanto coraggioso nel difendere la fede e i costumi dei padri.
Certamente monsignor Bacciarini è stato l’intrepido fondatore di opere ormai secolari: l’Organizzazione Cristiano-Sociale, il «Giornale del Popolo», l’Unione Popolare Cattolica, l’ispiratore e l’attivo sostenitore di opere caritative come il sanatorio di Medoscio o i ricoveri, ospedali e collegi gestiti dai guanelliani. E pure si rivedono i motivi profondi della sua eroica guida della diocesi, dalle visite pastorali e dalla gestione terrena della sua Congregazione, alle lotte con l’anticlericalismo cantonale e locale, alle difficoltà finanziarie, lo scontro con la Grande Guerra e le sue conseguenze, fino ai totalitarismi. È stato tutto questo, ma non solo.
Grazie a queste pagine, si delinea una personalità complessa, capace di presentare lati solo superficialmente contradditori ma uniti da una profonda, operosa, talvolta travagliata, adesione a Cristo. In lui si sommano lo spirituale esigente, desideroso di entrare negli ordini più contemplativi, il predicatore focoso, il parroco attivissimo, capace di lavorare con le sue mani per aiutare le vittime di catastrofi naturali e della violenza dell’uomo, il testimone capace di far aprire le porte del
cuore alle persone apparentemente più lontane da Dio, fino al superiore di un istituto religioso tutto da costruire, dopo la morte del carismatico don Luigi Guanella.
Si sommano, dunque, ma non si scontrano diverse anime, o meglio, rivelano un’anima unificata ma ricca di sfumature. A immagine forse dell’acqua del fiume della valle natìa, talvolta oscura e al limite anche tenebrosa, ma in altri momenti allegra, positiva, lieta; in ogni caso, certamente amante del bello e del buono. Le stesse acque, in cui si riflettono il sole e il cielo, che davano forza al mulino paterno, e in cui cadevano le valanghe e che, non di rado, trascinavano nelle alluvioni le povere esistenze di quegli uomini e donne impegnati nella lotta per la vita.
Solo partendo da questo punto focale, la passione per la Presenza dell’Amore di Dio fra gli uomini, si capisce allora l’intensità della sua vita, la memoria continua dei fini ultimi, il ricorso alla compagnia della Chiesa, fino alle stesse devozioni care al verzaschese Bacciarini: il culto del sacro Cuore, il continuo ricordo dei suoi cari defunti, l’Eucaristia e l’amore per Maria santissima. Si comprendono anche le realizzazioni più innovative, fra cui la fondazione della Compagnia di santa Teresa di Gesù Bambino, una delle pagine del suo episcopato che meglio testimoniano la sua personalità.
Trova senso, infine, anche l’austera massima guanelliana Pregare e patire, che parte dal desiderio di corrispondere all’amore infinito di Dio, espiando personalmente anche per gli altri, per il tramite dell’obbedienza, al fine di testimoniare tale realtà divina concretamente a tutti e in primis agli ‘ultimi’, a quei poveri, vecchi, alle donne, agli orfani, a quelle persone semplici sempre a rischio di essere traviate dalle mene delle ‘sette’, dalle ideologie anti-cristiane o anche solo dall’indifferenza per il senso della vita.
Sono grato, dunque, a chi ha promosso e realizzato questo lavoro di memoria, che fra l’altro lega, finalmente, gli studi nati in ambito guanelliano con quelli proposti dagli storici diocesani. La nostra speranza è ora che altre ricerche si aggiungano, su ulteriori argomenti e prospettive, e che la storia del vescovo Aurelio faccia respirare nuova aria a quelle che furono e restano la sua congregazione guanelliana e la sua diocesi ticinese, in attesa che le sue virtù siano manifestate in pienezza anche nella Chiesa pellegrina nel tempo."
✠ VALERIO LAZZERI
Vescovo di Lugano
Lugano, 17 gennaio 2018
101° anniversario della consacrazione episcopale
di Aurelio Bacciarini
Dopo le feste natalizie abbiamo cominciato la recitazione del Santo Rosario ogni Sabato attorno alla Madonna , Madre della Divina Provvidenza.
Questo è il gruppo dei bimbi e ragazzi (watoto na vijana), sereni nella loro situazione ma vogliosi di imparare e ascoltare la voce del Signore....
Il nostro desidero è avere il grotto (cappellina) per la devozione alla Madonna. Chissà se qualcuno ci aiuterà a costruite una piccola cappella dedicata alla Madonna del Lavoro o alla Madonna Madre della Divina Provvidenza. Ad Iwindi la maggiori parte sono agricoltori e allevatori
This year the guanellian community in Saigon welcomed a new member: Fr. Jospeh Fernandez, from India. In this way this community is formed by three brothers (all of them vietnamese) and three fathers (coming from India).
They are helping in the formation to eleven candidates by the ways of the heart to become Servants of Charity, Servants of Jesus, Sacrament of love, Servants of the poor, beloved by Jesus May the Lord help them to incarnate Christian and guanellian’s values animated by a spirit of attentive discernment of God’s will, a spirit of belongingness, a spirit of caring and a spirit of responsibility.
Nel giorno dell’Epifania si celebra la giornata missionaria dei ragazzi (GMR 2018) che quest’anno ha per tema: “Guardàti dall’ Amore”. Una preziosa occasione annuale per risvegliare e sostenere nei bambini e nei ragazzi del mondo intero la bellezza di sentirsi al centro dell’attenzione di Dio Padre che in Gesù e nella sua Chiesa continua anche oggi a rivolgere loro uno sguardo e un’attenzione tutta particolare.
Anche noi Guanelliani sparsi nei cinque continenti condividiamo questa passione e responsabilità di scoprire i lineamenti del Signore nei suoi fratelli più piccoli e spesso più fragili e vulnerabili. Sono migliaia i bambini e ragazzi che nelle nostre communita vivono intorno a noi, affidati dalla Provvidenza alle nostre mani.
Un ministero prezioso che mentre mira a spezzare e condividere Pane e Signore coi piccoli e i ragazzi più poveri sa e deve scoprire e sviluppare in ciascuno di loro la capacità di riflettere e di diffondere la bellezza dell’amore, diventandone loro stessi messaggeri e testimoni nel mondo.
Non è mai troppo presto per sentirsi e divenire missionari! Eco la finalità della GMR !
I nostri fratelli più piccoli e più poveri ce lo ricordano e insegnano spesso e ovunque, anche nelle più lontane periferie del modo. Diamo sempre sufficiente attenzione alla loro capacità evangelizzatrice?
"I bambini aiutano i bambini" è da sempre il motto della POIM Pontificia Opera dell'Infanzia Missionaria. Questo breve video ce lo spiega molto bene in un linguaggio semplice e immediato
https://www.youtube.com/watch?v=4d4EUzmAjsM