
The Annual gathering of the Guanellian Charism School for 2018 in India began on 03.04.2018, Tuesday with the prayer dance organized by the orphan children from Annai Velankanni Boarding run by the sisters of St. Joseph of Cluny at Sathankuppam, Cuddalore followed by the prayer service organized by Fr Amalraj the vice-rector, St, Joseph’s Seminary. Fr. Francis, SdC the incharage for the Guanellian charism school india, welcomed the gathering and presented the report of the previous charism school 2017.
In the inaugural address Fr. A. Soosai Rathinam SdC, the Provincial Superior stated the words of our beloved Pope Francis, ‘Be Evangelisers and Street Preachers’ and continued to explain the Guanellian presence in 24 countries and in 5 continents and provoked the gathering to become missionary disciples which was the original intention of the Resurrected Jesus. He has taken the gathering to the roots by recalling the intentions of founder in founding the congregations for the greater purpose of becoming fathers and mothers of the poor. The mission requires of us three goals: Trust in Divine Providence, Spirit of Hard Work and Spirit of Prayer. After raising a personal question, Can I become like Fr. Guanella and his Successors? to the forum he finished the sharing.
Followed by him Fr. Ronald SdC expounded on theme the meaning and intentions of CASA in the words of Fr. Guanella. Founder intended to make a home of Faith, home of multiformity, home of Bread and the Lord, home of contribution from every individual. It is not necessary that we care for the good children but to have a feeling that they are the owners of the house and grant small responsibility to every individual: Fathers, Sisters, Co-workers, Collaborators, good children and so on. The greatest Challenge or Message of the home as insisted was: to be with the Founder, to work for the Poor and to live as a family, he has put an end to his lecture.
The second day of the gathering was initiated by Fr. Amalorpavanathan SdC with the theme, ‘The Guanellian Mission: Source, End, Recipients and Projects’. He has deepened on the apostolic mission entrusted to both SdC & DSMP, i.e., we are commissioned by the Lord for the spread of the love in the world. Our mission is of inclusive without any distinction to collaborate with the providence of God. Charity must become the centre of our houses and they should be places of shelter, work and education. Fr. Praveen Jeba Kumar SdC highlighted in his talk that the Poor are the means of our existence and he specified that the fragility/weakness and state of abandonment prove one to be poor. He clarified the constitutions and its commentaries to the forum with his practical explanations. Fr. Gnanaraj SdC delved into the 110th memory of the vows of 1908 elaborately. He explained about the proceedings of the life of the Servants of Charity from the birth of the Founder and till March 24, 1908. He highlighted the tireless efforts and the early struggles of the founder in drafting the statutes of the congregation for the present situation known as Servants of Charity.

I Servi della Carità dopo tre anni che sono arrivati in Romania hanno avuto con lo Statuto civilistico, residenza stabile nel Paese e hanno ricevuto anche il Decreto del Vescovo dell'accettazione canonica della nostra Congregazione. Il 19 marzo, solennità di San Giuseppe nella Cappella della Casa Sfantul Iosif delle nostre Suore il vescovo diocesano Mons. Petru Gherghel ha presieduto la Santa Messa, concelebrata da P. Ciro Attanasio, consigliere generale, da P. Bakthiswalagan Alphonse, responsabile della residenza e formatore, da P. Antony Kalai Selvan, economo e responsabile della Pia Unione del Transito di San Giuseppe, e da altri sacerdoti diocesani.
Alla fine della solenne celebrazione, dopo la presentazione della finalità e del significato della Pia Unione fatta da P. Ciro si è dato inizio ufficiale alla Pia Unione in Romania, recitando insieme la preghiera a San Giuseppe per gli agonizzanti. Si sono già iscritti 42 persone. Dopo la celebrazione, come è tradizione in Romania, tutti sono stati invitati a un momento di fraternità e a un rinfresco, con la presenza di tutti glia anziani della Casa, mentre uno coro di 15 persone cantavano canti tradizionali religiosi e patriottici della cultura romena

La Pia Unione nasce dalla particolare devozione di Don Guanella verso San Giuseppe. Una “cordata” che sale al Cielo allacciata alla potente “guida” del Protettore della Santa Chiesa e dei morenti: San Giuseppe.
La devozione a San Giuseppe nella Famiglia Guanelliana ha radici profonde. E’ nata e si è sviluppata in Don Guanella già nella fanciullezza e si è trasformata nella sua Congregazione fin dalla nascita, lievitando insieme alla sua Opera. Il contesto storico in cui si pone la nascita e lo sviluppo della Congregazione, nell’ambito ecclesiale, era propizio a una “riscoperta” del grande santo, il cui culto proprio nella seconda metà dell’Ottocento si sviluppò con un crescendo che non ha eguali su altri santi. Pio IX elesse San Giuseppe Patrono universale della Chiesa e i Papi successivi fecero a gara per arricchirlo di altri titoli.
Leone XIII, durante il cui pontificato prese l’avvio la Famiglia guanelliana, è tra i devoti più illustri del nostro Santo: “Se Dio diede Giuseppe alla Vergine come suo sposo - scrive il Papa nell’Enciclica “Quamquam pluries” - certamente non glielo diede soltanto come sostegno della vita, come testimone della sua verginità, come custode del suo onore; ma, in forza del vincolo coniugale, lo fece anche partecipe della eccelsa sua dignità. Da questa dignità derivano naturalmente tutti uri doveri che la natura impone ai padri di famiglia”.
Su questa riflessione don Guanella imposta la sua particolarissima predilezione verso San Giuseppe che egli colloca sul piedistallo più alto, perché - scrive - “Giuseppe fu scelto dal Padre eterno ad essere capo della Sacra Famiglia. Così il grande santo, al quale ubbidirono Gesù e Maria, deve “troneggiare” in tutte le Case dell’Opera”:
Tra le tante ragione che spiegano la grande devozione di don Guanella verso San Giuseppe c’è il fatto che il Santo Patrono ebbe il privilegio non solo di vivere ma anche di concludere la straordinaria esistenza assistito da Gesù e da Maria, meritando per tale privilegio il patrocinio del morenti. A questo titolo don Guanella volle dedicare l’erigenda chiesa romana al Trionfale, l’attuale Basilica parrocchiale di San Giuseppe, che ora sorge in un popoloso quartiere, ma che all’inizio del secolo (la costruzione ebbe inizio nel 1908 e fu inaugurata nel 1912) emergeva tra rare e povere casette (baracche) alle pendici di Monte Mario, solitario rifugio di pastori. E solitaria è anche tutta l’ansa della riva destra del Tevere, se il Santo Pontefice Pio X (all’anagrafe Giuseppe Sarto) altro devoto di San Giuseppe ed estimatore dell’Opera Guanelliana, poteva osservare dalla finestra del suo appartamento il lento crescere delle mura perimetrali della nuova basilica. Una nota significativa: per erigere la chiesa presso la quale avrebbe avuto la propria sede la “Pia Unione del Transito di San Giuseppe”, don Guanella aveva posto gli occhi, con sapiente chiaroveggenza, su un terreno al Trionfale, di cui era proprietaria niente meno che la Banca d’Italia: 7000 metri quadri per la somma di 70.000 Lire, cifra astronomica per le casse perennemente vuote del nostro beato. E si sa che le banche non usano far beneficenza.
Don Guanella versò l’anticipo di 2.000 Lire e per il resto si affidò, acme al solito, alla Provvidenza. Era il 1908. L’anno dopo, tra le casupole sparse qua e là, sorse la chiesetta provvisoria per riunire i fedeli della zona. Il 6 giugno di quell’anno, grazie al generoso aiuto di Pio X e dei benefattori, vennero gettate le fondamenta della Basilica di S. Giuseppe al Trionfale, destinata a diventare - sono parole di don Guanella - “un trono di grazie da cui i moribondi di ciascun giorno, attraverso il mondo intero, ricevessero i divini soccorsi per il grande passo all’eternità”.
La previsione del nostro beato si avverò, puntualmente come tant’altre. I Santi hanno facile accesso ai segreti di Dio. Il 19 marzo del 1912 don Guanella poté inaugurare la basilica celebrandovi la prima Messa. Fungeva da chierichetto l’ing. Aristide Leonori, che progettò e diresse i lavori della costruzione che per compenso chiese soltanto il privilegio di “servire” alla Messa d’inaugurazione. “Chi dà ai poveri riceve da Dio”, soleva dire don Guanella. E il pio e bravo ingegnere il compenso, in misura “colma e pigiata” l’aveva avuto spiccando il volo verso il Paradiso, assistito dal Santo patrono della buona morte.
E appunto per agevolare la conquista della Paradiso, don Guanella organizzò, dal nuovo tempio in tutta la chiesa una crociata (si diceva così, allora) di preghiere per i morenti, raccogliendo in una “Pia unione del Transito di San Giuseppe” sacerdoti e fedeli, che con le loro preghiere impetrassero da San Giuseppe una particolare assistenza a a quanti erano giunti all’ultima ora della loro esistenza terrena. La Pia Unione venne poi eretta canonicamente il 17 febbraio 1913 dal Card. Respighi con sede presso la nuova chiesa (che più tardi fu elevata al rango di Basilica Minore).
Pio X, poco prima di morire diede alla Pia Unione la definitiva approvazione decretando che ogni altra futura Pia Unione, per l’assistenza spirituale ai morenti, fosse aggregata alla “Primaria” cresciuta all’ombra della grande Famiglia Guanelliana. Per concludere, ecco quanto scrive in proposito il più autorevole biografo del nostro beato, don Mazzucchi, che di don Guanella fu il secondo successore, dopo il Servo di Dio Mons. Aurelio Bacciarini, primo parroco della Parrocchia di San Giuseppe al Trionfale: “…don Guanella volle che la nuova chiesa di Roma fosse dedicata ad onorare il beato Transito di San Giuseppe. Conseguiva che vi si istituisse un’Associazione diretta ad affidare la sorte spirituale dei morenti alla protezione dello Sposo di Maria Santissima…” . (L.Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di Don Luigi Guanella - pag. 357).
Mario Sgarbossa
Testo tratto dalla prefazione di "San Giuseppe e Don Guanella" di Tito Credaro

Non sembra essere solo coincidenza di calendario. L’itinerario verso la Pasqua coincide per noi Guanelliani nel mondo con il cammino di avvicinamento al XX Capitolo Generale ormai dietro l’angolo. Anche in Africa si respira questa duplice attesa: quella della celebrazione della Pasqua del Redentore abbinata quest’anno all’evento di grazia e di rinnovamento qual è l’assemblea capitolare che vedrà uniti a Barza d’Ispra dall’ 8 al 28 aprile quaranta rappresentanti della nostra congregazione provenienti da vari angoli della terra. Visitando in questi giorni le nostre case di formazione in Nigeria e RD Congo, colgo con gioia il senso di interesse e di coinvolgimento dei nostri numerosi giovani confratelli attorno ai temi di ‘Carisma, Interculturalità e Profezia’ che stimoleranno preghiera, discernimento e decisioni in sede di Capitolo per ben tre settimane di previsto intenso lavoro.
Anche alle varie periferie della nostra famiglia religiosa si avverte in parecchi l’importanza di questo Capitolo non solo come momento di verifica schietta del recente passato e del presente ma anche come piattaforma di decollo verso un orizzonte di futuro a cui spalancarci con fiducia e creatività seguendo gli impulsi dello Spirito e la chiamata della Chiesa profondamente incarnata nella storia del nostro tempo. Anche in Africa, in risposta alle sollecitazioni offerte dalla commissione pre-capitolare, si continua a pregare e sentirci in comunione con le varie aree geografiche della congregazione e in sintonia con le situazioni che la gente vive in quei lembi di terra e di Chiesa. Non solo si prega per i Delegati al Capitolo ma si vuole in qualche modo sentirsi in rete con loro, rafforzando in ciascuno il senso di grande responsabilità a loro affidata e che si spera tradursi in proposte concrete di coraggioso rinnovamento spirituale ed apostolico. Lo attendono i tanti nostri poveri che ogni giorno, anche qui in Africa, sperano e lottano per una vita che sia più vivibile e conforme al progetto di quell’Uomo-Dio che sulla croce ha sconfitto la morte e fatto scorrere fiumi straripanti di vita nuova e redenta per tutti. Che il Capitolo sia evento di Pasqua per tutta la nostra famiglia Guanelliana nel mondo!
P. Luigi ,Kinshasa, RD Congo

Il 26 Febbraio 2018 alle ore 10.00 presso l'Opera Don Guanella di Napoli si terrà l'Open-day del Laboratorio di Pizzaiolo.
L’obiettivo di tale progetto è quello di rappresentare uno spazio educativo ed un luogo di formazione, di orientamento e di inserimento lavorativo per i giovani partecipanti. I ragazzi coinvolti, di età compresa tra i 16 e i 23 anni, provengono dai territori di Secondigliano, Scampia, Miano e Chiaiano. Gran parte di essi ha abbandonato la scuola e non possiede nessuna formazione professionale. Spesso le situazioni familiari evidenziano diverse criticità, paradossalmente in linea con una situazione territoriale che non permette loro di trovare un lavoro dignitoso e di conseguenza di potersi creare un futuro. Non è raro che in contesti come questi, molti siano i giovani che entrano nel circuito della criminalità.
Il Progetto Pizzaioli, in particolare, mira a promuovere nei giovani competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro attraverso un approccio alla persona nella sua globalità e nella sua unicità. Prendersi cura dei giovani, durante il loro percorso verso l'età adulta ed essere dei buoni lavoratori, attraverso la pedagogia guanelliana, grazie a un Maestro d’arte della pizza e un educatore. Già nel 1900 Don Guanella apprese, tramite l'esperienza diretta, metodi che lo portarono ad enunciare e sperimentare il valore educativo del lavoro, adattato alle reali possibilità del singolo. Egli creò all’interno delle sue Case, laboratori di piccole arti e mestieri.
Da anni l'Opera Don Guanella di Napoli, lavora con dedizione e sforzo a fianco delle istituzioni e della comunità locale, con la missione di dare speranza ad un territorio difficile ed in particolar modo per aiutare i giovani a non arrendersi.
Non a caso, tale progetto, è stato presentato al Convegno Nazionale "Bambini e ragazzi: quale futuro?" organizzato da Uneba Nazionale a Catania dal 18 al 20 Gennaio 2018. All'interno dei vari workshop suddivisi per aree di interesse, il Direttore Don Enzo ha parlato del Laboratorio Pizzaioli come buona pratica per "Costruire un sistema di inclusione sociale e occupazionale per i ragazzi e per i giovani". L'interesse per tale progetto è stato notevole, tanto da suscitare domande da parte di tutti i presenti. "Aiutare i ragazzi è possibile! Le difficoltà da affrontare sono molte, ma una condivisione di buone pratiche e dei risultati delle azioni sperimentali e non che si agiscono, può aiutare a mettere in atto pratiche più efficaci e di successo.". Queste le parole del Coordinatore Dr. Augusto Borsi che ha mediato gli interventi presentati in quella giornata.
In quest'ottica di cambiamento e di speranza, s'inserisce il lavoro dell'Opera Don Guanella.
La giornata si aprirà con i saluti di Don Enzo Bugea Nobile direttore dell’Opera Don Guanella di Napoli e presidente dell'Associazione Guanella-Fernandes, e del Cardinale Crescenzio Sepe. Seguiranno i saluti del promotore del progetto Pizzaioli, Salvatore Naldi e l'intervento della dott.ssa Patrizia Stasi, presidente Fondazione Banco di Napoli. Al termine degli interventi delle personalità presenti, ai ragazzi che hanno cominciato il Laboratorio a Settembre 2017, saranno consegnati gli attestati di partecipazione e sarà presentata la classe dei nuovi iscritti. Si chiudono storie per aprirne di nuove; i ragazzi più esperti passeranno il testimone a coloro che hanno cominciato il Laboratorio a Febbraio. Tale incontro sarà anche un modo per condividere la gioia dei cinque ragazzi che a Marzo cominceranno il loro Tirocinio presso delle Pizzerie…e stavolta non solo di Napoli. Novità di quest'anno è che due ragazzi più abili, svolgeranno la loro esperienza all'Estero, presso una Pizzeria al centro di Bucarest.
Tra i partecipanti saranno presenti i familiari dei ragazzi che frequentano il laboratorio, rappresentanti dei Servizi Sociali del territorio, la comunità educativa dell'Opera Don Guanella, i volontari e le volontarie impiegati nei progetti di Servizio Civile promossi dall'Opera, i genitori della Scuola dell'Infanzia, alcuni dei ragazzi che hanno frequentato le scorse edizioni del Laboratorio e che porteranno la loro testimonianza e i rappresentanti di alcune pizzerie tra le più famose di Napoli e dintorni: “Antica Napoli fratelli Zombino”, “Pizzeria Brandi", "Da Gennaro" di De Buono Maurizio, "Pizzeria al 22" di G. Improta, e Pizzeria "Da' a regina". Con tali pizzerie il direttore dell'Opera Don Guanella di Napoli, è riuscito a creare un'alleanza,una rete, con lo scopo di seguire i ragazzi anche dopo la fine del Laboratorio. Per non lasciarli soli proprio nel momento più difficile: l'entrata nel mondo del lavoro. I ragazzi del Laboratorio più meritevoli, infatti, svolgeranno un tirocinio presso alcune di queste pizzerie e avranno la possibilità di una ulteriore formazione sul campo per essere pronti per un futuro impiego.
Durante l’open-day i ragazzi mostreranno le competenze sviluppate rispetto alla preparazione della pizza, usando il forno elettrico, il forno a legna e preparando pizze fritte che tutti i presenti potranno degustare.

In risposta all'appello di Papa Francesco, ci uniamo fraternamente il giorno 23 febbraio alla Chiesa che vive nella Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan, impetrando dal Signore la grazia della pace e della concordia nella giustizia. Siamo particolarmente vicini ai nostri fratelli e sorelle che vivono ed operano nella Repubblica del Congo in questo non facile momento, al servizio del Vangelo della Carità.
Suggeriamo come traccia di preghiera e riflessione quanto proposto in allegato.

Dal RD Congo arrivano buone notizie! La nostra famiglia guanelliana, che ha iniziato la sua presenza in quella nazione nel 1996, è adesso arricchita e resa più completa dal primo gruppo di Cooperatori che proprio in questi giorni hanno emesso la loro ‘promessa’ a coronamento di un lungo percorso formativo.
Ci rallegriamo e lodiamo insieme il Signore per questo segno di fecondità del carisma in una terra che vede accanto ai Servi della carità anche la presenza, di più recente storia, delle nostre sorelle, le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Un segno profetico e tanto urgente di ‘comunione nella missione’ in un contesto sociale da dove arrivano, anche in queste settimane, segnali di tensioni e aneliti a una pace radicata nella giustizia e nel rispetto della dignità di ogni persona.
E’ una bella coincidenza che la nascita di questo gruppo di Cooperatori, il primo in Africa, coincida significativamente con la celebrazione del ventesimo anniversario del nostro impegno di Guanelliani al servizio della protezione, educazione e riabilitazione sociale ‘des enfants de la rue’, i nostri ragazzi di strada, porzione speciale di quel popolo di poveri che la Provvidenza ci sta affidando non solo in Africa ma nel mondo intero.
Una missione che Gesù ha fatto sua e ha passato alla sua Chiesa. Una grazia da accogliere con rinnovato senso di stupore e una passione da riaccendere, con rinnovato vigore, nell’esperienza pasquale del XX Capitolo Generale ormai alle porte.

Anche quest’anno l’Istituto San Luigi Guanella di Napoli ha organizzato in occasione del carnevale una sfilata dal titolo “Accoglienza del Fratello”, ogni gruppo ha rappresentato un popolo , i ragazzi insieme alle proprie famiglie hanno sfilato per le strade del quartiere con musica balli e tanto divertimento, ad arricchire ulteriormente la sfilata un carro allegorico realizzato dai ragazzi più grandi del centro.
L’Opera don Guanella ha voluto dare un impronta ancora più incisiva nel coinvolgere il territorio infatti, durante la sfilata ci sono state delle soste , durante le quali i ragazzi sono stati protagonisti di diverse interpretazioni musicali che hanno simboleggiato le culture di ogni popolo. La tematica di quest’anno è stata l’accoglienza la quale si pone in un’epoca in cui non sempre siamo disposti a capire e soprattutto ad accogliere chi vive momenti di difficoltà . E’ importante nel nostro percorso educativo cercare di attivare atteggiamenti di ascolto e di sviluppare il senso del rispetto di sé e degli altri e proprio come dice papa Francesco “Serve un impegno sempre più generoso nel favorire la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, promuovendo così la pace e la fraternità tra i popoli”.
Di seguito il LINK del servizio trasmesso al Telegiornale regionale di Napoli.