L’attenzione verso Barza inizia a salire. L’invito alla preghiera non viene soltanto dal mondo digitale, ma anche dagli spazi di comunicazione faccia a faccia. È il caso di quel parroco che ha invitato i fedeli, durante la santa messa di ieri a pregare per i padri guanelliani. È segno che si inizia una settimana delle grandi attese.
Si poteva cogliere questa alta attesa anche nell’introduzione della Santa messa celebrata da don Fabio Lorenzetti, superiore della Provincia Romana San Giuseppe che celebra il suo 30° anniversario di ordinazione sacerdotale. Don Lorenzetti ha invitato a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo nelle varie decisioni. Nella sua omelia, don Fabio ha ripreso l’immagine del Buon Pastore che “vive per le pecore, offre ogni giorno la vita per loro” diversamente dai cattivi pastori che pensano solo agli interessi meschini e egoistici.
La giornata è stata consacrata anche alla relazione da parte delle commissioni sui “percorsi e mozioni” e lo sguardo sulla bozza del Documento Finale.
Barza, 17-04-2018
Continuano i "lavori" nel XX Capitolo Generale dei SdC.
“Discendere e dare la vita”. Questi due verbi sono stati il filo conduttore dell’omelia di martedì 17 mattina di don Marco Grega, Superiore della Provincia Sacro Cuore. Per don Marco, “Dio agisce così: discendendo e dando la vita.” E questo dovrebbe essere “l’atteggiamento di fondo nella nostra vita” e non uno spot. “Il discepolo è chiamato ad imparare a donare la vita come lui ha donato.” Tra i modelli abbiamo la figura di Stefano e quella del nostro santo fondatore, don Guanella.
La giornata di martedì è stata anche marcata, oltre dalle relazioni delle varie Commissioni, dall’intervento di don Mario Aldegani, Superiore generale dei Giuseppini del Murialdo, sul tema del XX Capitolo Generale.
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Tra i tanti punti toccati dal suo intervento c’è la presa di consapevolezza, come religiosi, di essere all’avanguardia nei vari ambiti del nostro tempo come quello del prendere cura degli anziani, della consolazione, dell’interculturalità, ecc. “La gente ci guarda.” Rispetto al rapporto tra le persone differenti culturalmente, don Mario Aldegani propone un punto di partenza rivoluzionario: “prendere la distanza con la propria cultura”, cioè, dei propri schemi mentali che potrebbero bloccare una vera relazione, e scoprire che è possibile arrichirsi a vicenda superando il complesso di superiorità e di inferiorità.
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“È lo Spirito che ci ha convocati”, quindi il bisogno di “farci guidare dalla sua voce e non dalla mentalità mondana.” Questa citazione dall’omelia di Padre Alfonso Crippa, Superiore Generale, è il filo conduttore della giornata di martedì 10 Aprile. Inoltre, il Padre Generale ha invitato a “costruire la fraternità spogliandoci di ciò che possiamo considerare proprietà; di essere attenti alle necessità degli altri.” Questo richiede un “vero cambiamento interiore” vincendo il clima dell’egoismo che segna la società odierna. L’intera mattinata e una parte del pomeriggio sono state dedicate all’ascolto della Relazione del Superiore Generale. L’alta attenzione dei padri capitolari è la prova eloquente della massima importanza di una tale relazione che dipinge la situazione dell’intera congregazione. Oltre la presentazione del Superiore Generale, una buona parte del pomeriggio è stato consacrato alla Presentazione sintetica da parte dei Padri Provinciali e del Delegato dell’Africa delle luci e delle ombre della propria Provincia e della Delegazione seguito da un fruttuoso dialogo con l’assemblea. Non possiamo non menzionare la composizione dei gruppi di lavoro che si sono impegnati sulla Relazione del Superiore generale. Si poteva vedere, nei volti dei Padri, il bisogno di ricaricarsi spiritualmente nei Vespri e Benedizione Eucaristica. È stato un momento ricco, presieduto da Padre Sergio Rojas.
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Il XX Capitolo Generale è cominciato Domenica 8 Aprile, nella giornata della Divina Misericordia, a Como con la Santa Messa, presso il Santuario del Sacro Cuore, presieduta da Sua Ecc.za Mons Oscar Cantoni, Vescovo di Como, il quale nella sua ricca omelia, ha ricordato che lo Spirito Santo è il segreto animatore della storia. La nostra responsabilità è quella di collaborare con lo Spirito Santo. Inoltre ha invitato ad andare al di là dei nostri schemi e delle nostre categorie culturali.
Tra gli atti che hanno marcato questo momento di apertura va sottolineato: l’Appello dei Padri Capitolari; la Dichiarazione ufficiale di apertura del XX° Capitolo Generale; il Messaggio del Santo Padre, e del Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Societa’ di Vita Apostolica; e la lettura del messaggio della Superiora Generale delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, Madre Serena Ciserani.
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Domenica 8 Aprile a Barza D'Ispra, ha inizio il XX Capitolo generale dei Servi della Carità - Carisma, Interculturalità e Profezia.
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The Annual gathering of the Guanellian Charism School for 2018 in India began on 03.04.2018, Tuesday with the prayer dance organized by the orphan children from Annai Velankanni Boarding run by the sisters of St. Joseph of Cluny at Sathankuppam, Cuddalore followed by the prayer service organized by Fr Amalraj the vice-rector, St, Joseph’s Seminary. Fr. Francis, SdC the incharage for the Guanellian charism school india, welcomed the gathering and presented the report of the previous charism school 2017.
In the inaugural address Fr. A. Soosai Rathinam SdC, the Provincial Superior stated the words of our beloved Pope Francis, ‘Be Evangelisers and Street Preachers’ and continued to explain the Guanellian presence in 24 countries and in 5 continents and provoked the gathering to become missionary disciples which was the original intention of the Resurrected Jesus. He has taken the gathering to the roots by recalling the intentions of founder in founding the congregations for the greater purpose of becoming fathers and mothers of the poor. The mission requires of us three goals: Trust in Divine Providence, Spirit of Hard Work and Spirit of Prayer. After raising a personal question, Can I become like Fr. Guanella and his Successors? to the forum he finished the sharing.
Followed by him Fr. Ronald SdC expounded on theme the meaning and intentions of CASA in the words of Fr. Guanella. Founder intended to make a home of Faith, home of multiformity, home of Bread and the Lord, home of contribution from every individual. It is not necessary that we care for the good children but to have a feeling that they are the owners of the house and grant small responsibility to every individual: Fathers, Sisters, Co-workers, Collaborators, good children and so on. The greatest Challenge or Message of the home as insisted was: to be with the Founder, to work for the Poor and to live as a family, he has put an end to his lecture.
The second day of the gathering was initiated by Fr. Amalorpavanathan SdC with the theme, ‘The Guanellian Mission: Source, End, Recipients and Projects’. He has deepened on the apostolic mission entrusted to both SdC & DSMP, i.e., we are commissioned by the Lord for the spread of the love in the world. Our mission is of inclusive without any distinction to collaborate with the providence of God. Charity must become the centre of our houses and they should be places of shelter, work and education. Fr. Praveen Jeba Kumar SdC highlighted in his talk that the Poor are the means of our existence and he specified that the fragility/weakness and state of abandonment prove one to be poor. He clarified the constitutions and its commentaries to the forum with his practical explanations. Fr. Gnanaraj SdC delved into the 110th memory of the vows of 1908 elaborately. He explained about the proceedings of the life of the Servants of Charity from the birth of the Founder and till March 24, 1908. He highlighted the tireless efforts and the early struggles of the founder in drafting the statutes of the congregation for the present situation known as Servants of Charity.
I Servi della Carità dopo tre anni che sono arrivati in Romania hanno avuto con lo Statuto civilistico, residenza stabile nel Paese e hanno ricevuto anche il Decreto del Vescovo dell'accettazione canonica della nostra Congregazione. Il 19 marzo, solennità di San Giuseppe nella Cappella della Casa Sfantul Iosif delle nostre Suore il vescovo diocesano Mons. Petru Gherghel ha presieduto la Santa Messa, concelebrata da P. Ciro Attanasio, consigliere generale, da P. Bakthiswalagan Alphonse, responsabile della residenza e formatore, da P. Antony Kalai Selvan, economo e responsabile della Pia Unione del Transito di San Giuseppe, e da altri sacerdoti diocesani.
Alla fine della solenne celebrazione, dopo la presentazione della finalità e del significato della Pia Unione fatta da P. Ciro si è dato inizio ufficiale alla Pia Unione in Romania, recitando insieme la preghiera a San Giuseppe per gli agonizzanti. Si sono già iscritti 42 persone. Dopo la celebrazione, come è tradizione in Romania, tutti sono stati invitati a un momento di fraternità e a un rinfresco, con la presenza di tutti glia anziani della Casa, mentre uno coro di 15 persone cantavano canti tradizionali religiosi e patriottici della cultura romena
La Pia Unione nasce dalla particolare devozione di Don Guanella verso San Giuseppe. Una “cordata” che sale al Cielo allacciata alla potente “guida” del Protettore della Santa Chiesa e dei morenti: San Giuseppe.
La devozione a San Giuseppe nella Famiglia Guanelliana ha radici profonde. E’ nata e si è sviluppata in Don Guanella già nella fanciullezza e si è trasformata nella sua Congregazione fin dalla nascita, lievitando insieme alla sua Opera. Il contesto storico in cui si pone la nascita e lo sviluppo della Congregazione, nell’ambito ecclesiale, era propizio a una “riscoperta” del grande santo, il cui culto proprio nella seconda metà dell’Ottocento si sviluppò con un crescendo che non ha eguali su altri santi. Pio IX elesse San Giuseppe Patrono universale della Chiesa e i Papi successivi fecero a gara per arricchirlo di altri titoli.
Leone XIII, durante il cui pontificato prese l’avvio la Famiglia guanelliana, è tra i devoti più illustri del nostro Santo: “Se Dio diede Giuseppe alla Vergine come suo sposo - scrive il Papa nell’Enciclica “Quamquam pluries” - certamente non glielo diede soltanto come sostegno della vita, come testimone della sua verginità, come custode del suo onore; ma, in forza del vincolo coniugale, lo fece anche partecipe della eccelsa sua dignità. Da questa dignità derivano naturalmente tutti uri doveri che la natura impone ai padri di famiglia”.
Su questa riflessione don Guanella imposta la sua particolarissima predilezione verso San Giuseppe che egli colloca sul piedistallo più alto, perché - scrive - “Giuseppe fu scelto dal Padre eterno ad essere capo della Sacra Famiglia. Così il grande santo, al quale ubbidirono Gesù e Maria, deve “troneggiare” in tutte le Case dell’Opera”:
Tra le tante ragione che spiegano la grande devozione di don Guanella verso San Giuseppe c’è il fatto che il Santo Patrono ebbe il privilegio non solo di vivere ma anche di concludere la straordinaria esistenza assistito da Gesù e da Maria, meritando per tale privilegio il patrocinio del morenti. A questo titolo don Guanella volle dedicare l’erigenda chiesa romana al Trionfale, l’attuale Basilica parrocchiale di San Giuseppe, che ora sorge in un popoloso quartiere, ma che all’inizio del secolo (la costruzione ebbe inizio nel 1908 e fu inaugurata nel 1912) emergeva tra rare e povere casette (baracche) alle pendici di Monte Mario, solitario rifugio di pastori. E solitaria è anche tutta l’ansa della riva destra del Tevere, se il Santo Pontefice Pio X (all’anagrafe Giuseppe Sarto) altro devoto di San Giuseppe ed estimatore dell’Opera Guanelliana, poteva osservare dalla finestra del suo appartamento il lento crescere delle mura perimetrali della nuova basilica. Una nota significativa: per erigere la chiesa presso la quale avrebbe avuto la propria sede la “Pia Unione del Transito di San Giuseppe”, don Guanella aveva posto gli occhi, con sapiente chiaroveggenza, su un terreno al Trionfale, di cui era proprietaria niente meno che la Banca d’Italia: 7000 metri quadri per la somma di 70.000 Lire, cifra astronomica per le casse perennemente vuote del nostro beato. E si sa che le banche non usano far beneficenza.
Don Guanella versò l’anticipo di 2.000 Lire e per il resto si affidò, acme al solito, alla Provvidenza. Era il 1908. L’anno dopo, tra le casupole sparse qua e là, sorse la chiesetta provvisoria per riunire i fedeli della zona. Il 6 giugno di quell’anno, grazie al generoso aiuto di Pio X e dei benefattori, vennero gettate le fondamenta della Basilica di S. Giuseppe al Trionfale, destinata a diventare - sono parole di don Guanella - “un trono di grazie da cui i moribondi di ciascun giorno, attraverso il mondo intero, ricevessero i divini soccorsi per il grande passo all’eternità”.
La previsione del nostro beato si avverò, puntualmente come tant’altre. I Santi hanno facile accesso ai segreti di Dio. Il 19 marzo del 1912 don Guanella poté inaugurare la basilica celebrandovi la prima Messa. Fungeva da chierichetto l’ing. Aristide Leonori, che progettò e diresse i lavori della costruzione che per compenso chiese soltanto il privilegio di “servire” alla Messa d’inaugurazione. “Chi dà ai poveri riceve da Dio”, soleva dire don Guanella. E il pio e bravo ingegnere il compenso, in misura “colma e pigiata” l’aveva avuto spiccando il volo verso il Paradiso, assistito dal Santo patrono della buona morte.
E appunto per agevolare la conquista della Paradiso, don Guanella organizzò, dal nuovo tempio in tutta la chiesa una crociata (si diceva così, allora) di preghiere per i morenti, raccogliendo in una “Pia unione del Transito di San Giuseppe” sacerdoti e fedeli, che con le loro preghiere impetrassero da San Giuseppe una particolare assistenza a a quanti erano giunti all’ultima ora della loro esistenza terrena. La Pia Unione venne poi eretta canonicamente il 17 febbraio 1913 dal Card. Respighi con sede presso la nuova chiesa (che più tardi fu elevata al rango di Basilica Minore).
Pio X, poco prima di morire diede alla Pia Unione la definitiva approvazione decretando che ogni altra futura Pia Unione, per l’assistenza spirituale ai morenti, fosse aggregata alla “Primaria” cresciuta all’ombra della grande Famiglia Guanelliana. Per concludere, ecco quanto scrive in proposito il più autorevole biografo del nostro beato, don Mazzucchi, che di don Guanella fu il secondo successore, dopo il Servo di Dio Mons. Aurelio Bacciarini, primo parroco della Parrocchia di San Giuseppe al Trionfale: “…don Guanella volle che la nuova chiesa di Roma fosse dedicata ad onorare il beato Transito di San Giuseppe. Conseguiva che vi si istituisse un’Associazione diretta ad affidare la sorte spirituale dei morenti alla protezione dello Sposo di Maria Santissima…” . (L.Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di Don Luigi Guanella - pag. 357).
Mario Sgarbossa
Testo tratto dalla prefazione di "San Giuseppe e Don Guanella" di Tito Credaro